giovedì 1 dicembre 2011

Ecco come funziona quando hai finito


Mi sveglio, il tempo di passare le mani sugli occhi per grattarmeli e pulirmeli artigianalmente che mi accorgo di non aver dormito su di un letto o quanto meno non sul mio letto.
Sono in una stanza, o almeno così mi sembra, l'illuminazione è decisamente bassa e non mi permette di vedere molto lontano.
L'arredamento fa abbastanza schifo, diciamo pure che è inesistente. Sembra non esserci niente, nessuno, ma all'improvviso sento una voce:

-Dormito bene principino?
-Dove sei? Chi sei? Dove sono? Perché sono qui?
-Se se se...dicono tutti così, là fuori fanno tutti gli svelti, poi arrivano qui e fanno finta di non sapere nulla...
-Senti, sto iniziando a spazientirmi esci fuori oppure...
-Oppure?!

Una piccola lampada si accende ed illumina dall'alto verso il basso una figura che è Raffaello delle tartarughe ninja.

-Ma...ma sei Raffaello delle tartarughe ninja??Ma quindi esisti sul serio??
-In realtà posso essere chiunque, per alcuni sono stato un idraulico per altri la playmate del 1987, sono stato anche un cactus, un cane, Woody Allen, Philip K. Dick, la Sora Lella, Sotomayor e via dicendo, la vostra capacità d'immaginazione mi sorprende ogni volta...adesso sarei Raffaello delle tartarughe ninja dunque...
-Continuo a non capire...
-Certo, posso immaginarlo, è sempre difficile da capire, ma soprattutto da accettare, ci vuole tempo per farsene una ragione, ma che ti piaccia o meno è così, se ti trovi qui è perché non sei più lì vecchio mio...
-Cioè mi stai praticamente dicendo che io sarei...
-Proprio così... morto, stecchito, ammazzato, deceduto,  insomma... cadavere.
-Ma...ma quindi tu sei...
-Dio? Non scherziamo amico, sai quanti esseri viventi muoiono in questo momento? Credi che Dio possa stare qui a dire a tutti quelli come te che sono morti? A spiegare come stanno le cose? Naa..il capo ha altro da fare, gestire i finanziamenti, le infrastrutture, la sanità...senza contare che ha pur sempre una vita privata...

Tutto quello che vedo mi sembra un sogno, anzi più guardo la testuggine in bandana e più sono convinto che tutto questo non sia possibile, tralasciando il fatto che soffro di claustrofobia, scotofobia e bacillofobia e che il posto dove mi trovo insomma... non sembra essere proprio terapeutico.

-Quindi questo...è il purgatorio?
-Hai uno strano modo di pensare le purghe piccolo mortale, ad ogni modo quelle sono stronzate che avete inventato voi e avete imposto ai vostri simili.
-Come immaginavo, non ci ho messo molto a smentire quell'assidua cattolica di mia madre.
-Sai quante volte vogliamo venire a dirvi che non ci avete capito una mazza? Ma il Superiore dice che poi si perde il gusto della morte e non ha tutti i torti, passiamo alle cose serie piuttosto.
-Eh?!
-Si sarò coinciso, come vuoi rinascere?...Guarda il catalogo è su quella scrivania.

Si accende una luce dall'alto improvvisamente ed illumina il punto da lui indicato, è la luce di un faro invisibile che mi permette di vedere una scrivania in mogano con delle fanzine adagiate al di sopra.

-Animali...piante...persone...ci mancano solo nomi cose e città direi...Ma se funziona così, perchè ti avrei chiesto di essere uno squattrinato scanzafatiche con problemi di intolleranza alimentare, nella vita che ho appena vissuto?

Mi ascolta ma non mi risponde immediatamente, ha il coltello dalla parte del manico e questo lo autorizza a fare il figo, mi deride, poi mi fa:

-Vedi quello lì?

Indica verso la sua destra ed improvvisamente si accende un'altra luce dall'alto, anche questa fioca, ed illumina un divanetto ad un posto su cui è seduto un tizio, è abbastanza vecchio e seppur indossi abiti di superlusso questi sono tutti trasandati.

-Quello con la pelliccia e tutto quell'oro addosso?
-Proprio lui...ebbene, è seduto lì da ormai quasi quarant'anni, non ne vuole sapere di rinascere, sai cosa mi chiese quando venne la scorsa volta? Che voleva essere ricco, affascinante e via dicendo, ma praticamente ha finito col ritrovarsi responsabilità talmente pesanti, che l'hanno reso quella roba che vedi tu adesso, sono molti quelli che dopo aver avuto una vita del genere chiedono di tornare come uccelli, persone anonime, anche vegetali, o...di non tornare affatto. Senza contare che trovo la vita di alcuni animali molto più stimolante di molte vite umane.

Io sto sfogliando il catalogo, ci sono molti profili interessanti ma la mia attenzione è comunque più incentrata sulle sue parole.

-Ah se posso darti un consiglio, evita manie di conquista, non so dittatori o imperatori sono del tutto anacronistici, guarda quella specie di cicale lì infondo a pagina quindici, non sono uno sballo?
-Uhm..no.
-E l'Hedera Helix?! Non devi far altro che stare tutta la tua vita attorno a qualcos'altro. Nulla di complicato insomma.
-No. Ho preso la mia decisione.
-Ottima scelta ragazzo, maschio o femmina?
-Non ha importanza.
-Ok vai pure, ci rivediamo quando hai finito.
-Mi auguro di no!

mercoledì 7 settembre 2011

Qualcuno veniva dal mare


Molti si ricorderanno di me per l'alba sulla spiaggia, qualcuno per il tramonto.
Sono sicuro, mi avete visto passare per i tratturi, per i vicoli delle case, dalle cui finestre esce l'aroma del sugo domenicale.
Adoro raccogliere i limoni maturi baciati dal sole.
Sono stato presente in moltissimi film assieme a Totò, Troisi, Franco e Ciccio, Sofia Loren, Lino Banfi...
Mi avrete visto sempre in giro, ma non solo, Ernesto De Martino ad esempio mi ha affiancato alla magia, Ciprì e Maresco hanno fatto della mia vita un'opera.
Sicuramente mi avrete sentito suonare ai concerti di Bennato, Renzo Arbore, Sud Sound System, ho fatto anche una canzone con i Negrita se è per questo,
per carità giusto per fare qualche nome perché ho suonato con molti altri prima di loro e anche dopo...
Sono nei racconti di Verga, Jovine, Camilleri. Montalbano senza di me non varrebbe un fico secco!
Ho la passione per il calcio questo non posso negarlo.
Parlo tante lingue, tutte diverse tra loro.
Ah quasi dimenticavo, sono un cuoco, molti dicono che sia il miglior cuoco del mondo e secondo me hanno ragione.
Sono un rubacuori tanto che chi viene a trovarmi s' innamora per sempre e questo dovrebbe farvi capire una volta per tutte chi sono.
Ho visto e sentito innumerevoli malefatte.
Vi dico anche che spesso finisco nei giornali, e sapete perché?
Perché vogliono avvelenarmi, rubare le mie ricchezze, proprio così! Vogliono ammazzarmi!
Sapete quante volte ci hanno provato?
Ma ho una forma smagliante e non ci riusciranno mai, ho la forma più bella del mondo.
Sapete quante persone mi vorrebbero ma sono da tutt'altra parte del mondo?
E invece io sono qui, dove in molti tornano ma ancor di più sono quelli che mi abbandonano...
Perché sono qui?
Beh ecco... Mi sono smarrito potreste aiutarmi a ritrovare la strada di casa?
Ora vi ricordate di me?
Sono proprio io, sono il Sud.

domenica 12 giugno 2011

Supereroi che passione!


Mi hanno dato del blasfemo, perchè ho detto ai testimoni di Geova che la Bibbia è l'Uomo Ragno del passato, ci può stare, io già me l'immagino i giovinotti sulle carrozze a leggersi "the Amazing Gesù Cristo", dove c'è sto tizio provvisto di una serie di super poteri che solo di diritti d'autore dovrebbe fatturare una basilica di S. Pietro al giorno, per carità questi fatturano comunque ma non con i diritti d'autore. Ma torniamo alle mirabolanti avventure dell'eroe più famoso della storia, negli Atti degli Apostoli, Luca ci racconta di come Gesù abbia radunato i suoi discepoli per avvisarli che sarebbero stati testimoni della ricostruzione del Regno di Israele. Fin qui tutto bene, tipico colpo di scena grazie al quale si capisce la storia dove deve andare a finire, ma poi? "Detto questo fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo." (dagli atti 1,14) A questo punto si dovrebbero denunciare per plagio i creatori di Naruto, dove tutti i ninja fanno la loro battuta da fighi per poi scomparire in una nube. Inammissibile. Ma ci sono una marea di poteri che l'Eroe dell'anno zero annoverava nel suo arsenale e che poi sono diventati ispirazione per i vari supereroi moderni. Poi provate a pensare effettivamente.. all'epoca le edicole non c'erano! Non c'era la stampa! Io ricordo che quando ero piccolo, ogni giorno che mio padre tornava da lavoro mi fiondavo alla porta e gli dicevo: "Papà è uscito l'Uomo Ragno?"proviamo a pensare ad un epoca storica pre medievale dove il padre di famiglia tornava dopo 36 ore di lavoro estenuante ed il figlio gli diceva "Papà è uscito il nuovo numero di Gesù?" ma le fumetterie all'epoca erano le chiese, quindi se un padre voleva comprare "La Repubblica" per informarsi su ciò che accadeva nel mondo, e già che c'era, fare un piacere al figlio doveva passare prima in municipio per consultare i quotidiani e poi in chiesa per i fumetti per il figlio, che Dio benedica le edicole! Ma poi che dovevano fare sti poveracci? Oggi noi possiamo scegliere, a chi piace l'Uomo Ragno, a chi Jhon Doe, chi legge Dylan Dog e chi Dragon Ball all'epoca ti potevi leggere solo lui, non si scampava, io ricordo di un mio antenato che voleva leggere l'Odissea e lo bruciarono vivo! Adesso hanno fatto una statua in suo onore perchè hanno capito che aveva ragione lui! l'Odissea era più figa! A scuola mica ti fanno studiare la Bibbia, ti fanno studiare l'Odissea! Ecco, Ulisse mi sembra molto vicino a Batman, cioè era uno senza troppi superpoteri, a dire il vero non ne aveva proprio ma proprio come l'uomo pipistrello poteva godere di un'audacia sorprendente e di una grande intelligenza. Ora immaginatevi se oggi voi vi state leggendo Batman per la strada e arrivano quelli che hanno scritto l'Uomo Ragno e vi danno fuoco perchè non v'è alcun super eroe all'infuori di Spiderman, sarebbe il colmo no? Ecco ditelo ai testimoni di Geova! E poi mi danno del blasfemo, di fatto non ho mai visto nessun Buddhista, Induista, Sciamano dei Tiwi, venire a casa mia e dire che il loro racconto è più figo degli altri e che devo credere a quello, tanto meno a chiedermi offerte per il sostentamento! Agnostico, non blasfemo!

lunedì 2 maggio 2011

Intelletto, fede e volontà.


Intellettuale? Cosa? Chi? Una persona in grado di usufruire di intelletto? Con intelletto mi verrebbe da coniugare diversi termini come lettura, diletto, prediletto... letto? Di tanto in tanto leggo, prima di andare a letto, a proposito di letto, cercavo di dormire se non fosse che un battaglione di zanzare cacofoniche ha deciso di organizzare un rave party vicino le mie orecchie. Leggerò, John Fante “Chiedi alla polvere” per non provocare un genocidio. Se Hitler invece di perseguitare gli ebrei avesse perseguitato le zanzare adesso avremmo parlato di un eroe e non di un folle maniaco guerrafondaio. No, non sono un intellettuale, tuttavia ho fede in me stesso, ogni giorno mi alzo dal letto e penso che in seguito alla visione di un film di Woody Allen o alla lettura di qualche saggio di Gilles Deleuze potrei aspirare al grado di intelletualoide. Chissà se basta la fede, ma quale fede? Intesa come “io credo”? O fiducia? Luis Bunuel disse “Grazie a Dio sono ateo” non ho mai compreso se la sua visione fosse semplicemente legata ad una mancanza di fede verso l'Altissimo o verso il mondo, la vita, l'uomo, sé stesso come un po' tutti i grandi artisti. Kobe Bryant diceva invece “Se non credi in te stesso chi ci crederà?”. Te la do buona Kobe, ma la tua era una frase per una réclame, Bunuel non aveva fede eppure molti gli hanno creduto. Non sono bravo con la punteggiatura, sbaglio gli accenti, non ho studiato greco e a volte mi invento vocaboli astrusi, potrei mai essere un intellettuale? Ma perché dovrei esserlo? Ok ragazzo ti sei impelagato in una questione più grande di te ammettilo, avresti potuto poggiare quel libro sul comodino, prendere un quotidiano arrotolato ed iniziare la tua vendetta personale, invece ti sei svegliato del tutto rimbambito, ti stai grattando ovunque ed hai un esagerato senso di rivincita nei confronti di quegli esseri volatili. La lezione che ti ha dato Schopenhauer sul primato della Volontà sull'Intelletto non ti è bastata? No, il fatto che abbia dovuto leggere quel libro, implica anche che debba capire di cosa si tratta, è solo una questione di volontà? I tamarri, o truzzi come volete chiamarli, insomma quelli lampadati che guardano “Uomini e Donne” e che hanno una macchina super dinamica che finiranno di pagare tra un paio di vite, proprio loro, sono convinto che sarebbero d'accordissimo con il buon vecchio Schopenhauer, se lo leggessero magari. Eppure loro sono tutta volontà e zero intelletto, hanno la giornata programmata: sveglia, doccia, colazione, palestra, doccia, pranzo, uomini e donne, lampada, doccia, tatuaggio, doccia, discoteca. Che volontà! Ok vecchio Schope, mi hai fregato, hai praticamente scritto quel libro per tutti quelli che lo leggeranno, per quelli come me che peccano di volontà e che dovrebbero usufruire di intelletto, dovrebbero, già, non è il mio caso.

venerdì 25 marzo 2011

Un drink in santa pace



-Hai mai letto Thomas Mann?
-No.
-Dostoevskij?
-No.
-Leopardi?
Questa volta lei lo guardò come a dire "se mi rispondi no anche ora ti banno per l'eternità"
-No...E non ho capito cosa c'entra tutto questo con il fatto che tu voglia portarmi a letto Corinne..
Lui aveva appena spento una Lucky Strike nel posacenere, e quel bancone del bar su cui i due stavano appoggiati, per quanto vasto, stava dando a Frank una sensazione di ansiolitica claustrofobia.
-Beh, dopo questa considerazione puoi scordarti che venga a letto con te Frank!
-Pazienza.
-Ma sei proprio così o oggi è una giornata di merda?
-Hai fatto tutto tu Corinne, tu mi hai fatto la richiesta su Facebook, tu mi hai detto che ti piaccio, tu mi hai invitato in questo posto, dove per giunta hanno una pessima tequila, e sempre tu ora stai per abbandonarmi.
Frank rimediò un' energica borsettata in faccia, con tanto di marchio "Paciotti" stampato sulla guancia sinistra. Incassò senza battere ciglio, rievocando la resistenza del grande Rocky Marciano sul ring, tuttavia la traiettoria della borsetta continuò a fare il suo corso impattando rovinosamente anche contro il drink di Frank che aveva poggiato sul bancone e tutto il suo contenuto finì sulla superficie lignea. Frank sembrava indiavolato per questo molto più del fatto che Corinne l'avesse piantato in asso.
-Ma porca troia!
-Beh mi sembra esagerato definirla troia, dopotutto ti ha solo chiesto se leggevi Thomas Mann o Leopardi, sei uno all'antica Frank...
-Non ce l'avevo con lei! Era una semplice imprecazione, e poi...e poi chi diavolo ti ha interpellato? Tu dovresti fare solo i drink, anzi fammi un altro Tequila Sunrise! E mettici meno granatina e più tequila se vuoi che te lo paghi, piccolo truffatore dei miei coglioni!
-Subito Frank!
Il drink non tardò ad arrivare e proprio mentre stava per testare se la proporzione tequila-granatina fosse questa volta di suo gradimento, la porta d'entrata si aprì e fece il suo ingresso un uomo robusto sulla quarantina, austero, in giacca e cravatta, occhiali da sole ed espressione alla "agente Smith di Matrix":
-Lei è il signor Frank D'Aprile?
-Dipende da chi lo cerca.
-Servizi segreti..vorrei farle alcune domande se non le dispiace.
Smantò il tipico tesserino con foto generalità e distintivo, che Frank a stento si degnò di guardare tanto che era concentrato nel prendere il suo drink per cercare di farsi un sorso.
-Mi dispiace.
-Anche a me, ma sarà costretto a rispondermi.
-E se mi rifiutassi di collaborare?
-Potrei arrestarla per oltraggio.
-Lei crede?
-Mi sta forse mettendo alla prova signor D'aprile?
In men che non si dica l'astio che riecheggiava nell'aria, da ormai diversi minuti, si materializzò nella man dritta dell'agente sottoforma di Colt 1911, Frank era in procinto di assaggiare il contenuto del bicchiere di vetro che stava per portare alla bocca, ma improvvisamente decise per un diversivo spaccando il bicchiere in testa all'agente che, tramortito dall'impatto del fondale del bicchiere da cocktail si accasciò al suolo.
-Ragazzo fammi un altro drink per favore...
-Te lo porto subito Frank!
-E questa volta magari fai chiudere la porta che vorrei berlo in santa pace!
-Un drink solo per te Frank. A porte chiuse!
Questa volta Frank si guardò in torno. Il drink arrivò ma il rumore dello sciacquone del bagno annunciò che qualcuno era rimasto dentro, chissà da quanto tempo per giunta. La porta si aprì e ne uscì un figuro sulla sessantina che ancora si stava abbottonando i pantaloni. Era piuttosto basso ed i capelli sulla testa sapevano tanto di tintura. La faccia rotonda ed il naso a patata rosso pomodoro (?)
-Ah! adesso mi sento proprio libero...
Frank lo scorse con la coda dell'occhio, non bevve, era troppo disgustato dagli olezzi che provenivano dal bagno.
-Saresti così gentile da chiudere la porta del cesso? Vorrei bere il mio drink in santa pace Cristo!
-Non farlo Frank! Potresti pentirtene!
-Mi stai facendo la morale per caso?
-Volevo solo informarti che se lo bevi muori.
-Ma che cazzo stai dicendo?
L'uomo fissava Frank con una determinazione alla Samuel L. Jackson quando fa le parti da duro (praticamente sempre), e Frank dalla sua rimase quasi folgorato, erano saltati già due drink, che avrebbe saltato anche il terzo gli sembrava un puro segno del destino.
-Questo significa che il destino ha voluto che non bevessi gli altri due altrimenti...
L'uomo lo osservò per un' ultima volta, annuì con un sorriso convinto e poi si congedò tornando verso il bagno. Chiuse la porta dietro di sè e quando Frank lo raggiunse per chiedergli spiegazioni, nonappena riaprì la porta vide che al suo interno non c'era più nessuno.
-Lo sapevo che non sarei dovuto venire qui dentro, pessimo locale, pessima gente, pessima tequila e soprattutto pessimi sistemi d'uscita...

giovedì 17 marzo 2011

Poveri Toronto Raptors

Diciamocela tutta: se io fossi un tifoso dei Toronto Raptors, mi sentirei come una bestia feroce che patisce la fame da qualche settimana, tralasciando il fatto che il povero Jay Triano, l'italo-canadese che allena la franchigia, non ha poi tutto questo materiale umano da valorizzare. L'unica eccezione è quell' Andrea Bargnani, pivot di due e tredici che tira da dietro l'arco meglio di un'ala, per giunta italiano. Se l'avessi raccontato qualche anno fa in un bar di uno stato a caso negli USA dove masticano pane ed NBA, tipo l'Illinois o il Massachussets, mi avrebbero preso per pazzo, e mi avrebbero fatto rinchiudere in qualche ospedale psichiatrico. Forse no. Non ho l'assicurazione e sinceramente mi risparmierei volentieri i duemila dollari di cure che spenderei solo per il primo "normale controllo".
Tornando alle questioni dell'Air Canada Center mi viene da riflettere sulla faccenda "tifosi illustri a bordocampo": se i New York Knicks hanno Spike Lee, a San Antonio c'è Eva Longoria, allo Staple Center per ogni canestro dello strabigliante Black Mamba meglio conosciuto con il nome di Kobe Bryant, c'è l'ovazione di uno scatenato Jack Nicholson...
I Toronto Raptors?
Lasciatemi scuotere la testa dopo averla battuta diverse volte contro un blocco di cemento. Ecco adesso posso raccontarvi dell'illustre tifoso dei Canadesi: siamo allo Staple Center, i Toronto Raptors giocano in casa degli strafavoritissimi Los Angeles Lakers, non si sa come gli ospiti sono in serata di grazia e pur avendo una formazione da campionato italiano, giocano la partita della vita misurandosi punto a punto con Mamba e i suoi. Mancano un minuto e quaranta secondi circa, e Los Angeles è in vantaggio di soli due punti. C'è una classica situazione di palla vagante ma lo spagnolo Calderon, Playmaker dei canadesi, è in pieno vantaggio per recuperarla e concretizzare magari un possesso per pareggiare i conti, conti che il povero Raptor però non aveva fatto con l'amazing Lapo Elkan seduto in prima fila accanto al cantante dei Maroon5. La palla sbalza in direzione delle seggiole del pubblico, Calderon può prenderla, deve prenderla, ma ecco che Lapo fa la sua intrepida mossa, si alza e prende lui la palla, negando di fatto il diritto di costruire quella che alla fine si rivelerà la più importante azione d'attacco dei Canadesi. A fine partita Lapo, tifoso dei Raptors dichiarerà: "Non sapevo che nel basket il pubblico non potesse prendere la palla." Ora tralasciamo possibili commenti a caldo su uno dei massimi esponenti del "gruppo di rappresentanza italiano medio", con un tifoso del genere ed una squadra del genere più che Toronto Raptors, io questi li definirei al massimo Toronto Turtles, senza nessun tipo di riferimento alle celebri Tartarughe ninja, perchè questi di ninja hanno ben poco ma rimangono semplicemente delle tartarughe. Fortuna che c'è Andrea, il Mago, come lo chiamano dalle nostre parti e come hanno imparato a chiamarlo anche dalle loro, a dimostrare che non tutti gli italiani sono medi, anzi forse ce ne sono molti di più di quanti ne possiamo immaginare ma non lo sapremo mai con certezza, perchè di sicuro non li vedremo in prima fila allo Staple Center.

mercoledì 23 febbraio 2011

Il mago Vendis

Eravamo io e Jimmy, dopo un paio di drink in un pessimo wine bar per studenti erasmus a campo dei fiori, decidemmo che la nostra vita poteva avere risvolti più interessanti di quanto non ne avesse già avuti. L'uomo addetto alla security non esitò ad accompagnarci all'uscita nonappena si rese conto che i nostri idiomi non erano proprio quelli tipici del Connecticut bensì quelli del meridione, ma non Texas o Lousiana, proprio Ragusa e Campobasso.
-Hey ammasso di peli, cosa credi che siamo venuti qui per corteggiare le tue americanotte bigotte e pienotte?
L'uomo della security non si fece attendere.
-Seeee! Vi servirebbe un mago per riuscirci con queste!
Bingo! Un mago era proprio quello che ci voleva per rendere la nostra serata degna di nota. Avevamo sentito in giro che a piazza Navona c'era un cartomante di nome Vendis. Si era reso famoso per le storie sui suoi superpoteri, che andava raccontando a destra e a manca e sembrava quasi che ci credesse sul serio, ma non eravamo al corrente del fatto che non fosse in grado di concludere un periodo senza dire "no?" insomma che fosse l'ennesima vittima sacrificale di una  nevrosi. Da Campo dei Fiori a piazza Navona il passo è breve, così decidemmo di recarci al suo studio o casa, o quello che volete. Citofonammo e lui rispose.
-Chi è? No?
-Hemm...no, non sono no, mi chiamo Jan e sono qui per una consulenza. Sono col mio amico Ji...
-Salite pure, terzo piano no?
-Quindi non è il terzo piano?
-Si,no?
-Va bene, ce la facciamo a piedi troveremo la targhetta sul campanello prima o poi.
Per le scale si sentivano strani odori, a volte incenso a volte marjuana a volte semplicemente qualcosa di disgustosamente irriconoscibile e sentivamo tranquillamente gli sbotti del dentista che aveva il suo studio medico di fronte a quello di Vendis.
-Quell'imbecille sta ancora facendo le sue porcate! Adesso vado di là, sfondo la porta a calci e poi gli pianto il trapano lì dove non batte il sole...
E via dicendo.
Arrivammo finalmente sul pianerottolo e puggiammo sul campanello, una versione midi del motivetto dell'ispettore Gadget ci preannunciò a lui che venne ad aprirci alla porta. Era vestito come uno stregone di Dungeons and Dragons, non ci mancava quasi niente, ho detto quasi perchè ai piedi portava un paio di espradillas rosa con ornamenti molto chic, ma a causa dell'usura di queste, gli ornamenti da chic erano diventati shock. Scioccati, entrammo e subito non potemmo fare a meno di notare una denuncia di un'agenzia di doppiaggio ai suoi danni per i reati di "oltraggio verso la professione" e "screditamento della stessa". Ecco insomma, non ho mai sentito parlare di imputazioni simili nella mia vita, di fatto quando io e Jimmy finimmo di guardare quel foglio tranquillamente aperto sul tavolino dell'entrata rimanemmo sbalorditi "ma veramente questo qui voleva fare il  doppiatore?" Non lo dicemmo ma lo pensammo entrambi.
-Venite nel mio studio, accomodatevi no?
-Hemm..a questo punto si.
-In cosa posso esservi utile no?
-Ecco signor mago, oggi è il mio compleanno, e siccome voglio sorprendere i miei amici, voglio che lei mi dica quali regali mi faranno, già mi vedo le facce degli invitati che mi danno il pacco e io prima di aprirlo dico cosa c'è dentro..
-Quanti anni compie quest'oggi signor Jan no?
-Non mi chiamo Janno e anche se non si direbbe ne faccio 27.
-Un acquario dell'84 dunque. Vediamo subito.
Io e Jimmy eravamo seduti di fronte a Vendis e a dividerci da lui c'era solo un tavolo esagonale. Dalla sua prese un mazzo di carte che non mischiò, lo appoggiò sul tavolo quindi si chinò per prendere qualcosa sotto il tavolo, si trattava di un bong, uno di quei tubi con il braciere dal quale puoi fumare la marijuana. Se lo accese con uno zippo, tirò tutto d'un fiato e poi sputò via una fiammata di fumo che non solo ci investì ma soprattutto rivestì quella stanza di uno scenario fluttuante e nebuloso. Un modo originale per far diventare una normale stanza un mondo ultraterreno. Iniziò a mischiare le carte, fuori incominciò a piovere a dirotto mentre tuoni e saette facevano da inebriante colonna sonora.
-Il mendicante! No!?
Esclamò.
-I tuoi amici del piano di sopra ti regaleranno il completo del galatasary ufficiale con tanto di firma di Hasan Sas.
Noi eravamo quasi spaventati perchè lui, Vendis, parola dopo parola aumentava il volume della voce, pian piano iniziava a sudare e si faceva sempre più paonazzo.
-Il tapirulan! No!?
-I tuoi compagni della facoltà di lingue orientali ti regaleranno un set di coltelli Shogun!
Stava quasi per subire una metamorfosi, il rosso stava per diventare viola e non emetteva ormai solo parole a volume spropositato ma sputacchiava anche come un lama. Girò la terza carta.
-La bomba carta! No!?
-E poi c'è lei che ti regalerà...ti regalerà....
Indemoniato urlava sempre di più, le pupille ormai erano andate a farsi benedire e si vedevano solo le sclere.
-Lei ti regalerà la Fi..!!!!
Si interruppe lì, tanto che andò in combustione, era diventato completamente nero come se si fosse carbonizzato poi stramazzò con la faccia sul tavolo senza dire nulla. Cercammo di farlo riprendere con qualche schiaffetto ma non vi fù reazione alcuna. A quel punto io e Jimmy ritenemmo che era parte della farsa e volemmo testarlo facendo finta di andarcene e non pagare la prestazione. Ci alzammo, uscimmo dalla stanza e lui niente, allorchè decidemmo di darcela a gambe, impostore o no, a noi era sembrata tutta una boiata. Tornai a casa e le parole del mago Vendis in qualche modo mi elettrizzarono, nonostante non ci credevo, mi cheidevo come potesse sapere del mio corso di lingue orientali, e della mia devozione per il Galatasaray. Ci riflettei a lungo perchè nell'enfasi della seduta non ci stavo capendo un fico secco, sarà stato che avevo respirato il fumo passivo uscito dalla bocca di Vendis, chi lo sà. Di fatto mi allarmai alla possibilità che lui poteva avere effettivamente ragione e decisi di prepararmi a puntino sperando in cuor mio che il terzo regalo potesse essere sul serio quello da lui pronosticato. La festa iniziò e tra cotiche e champagne io ero bello come non lo ero stato mai, arrivarono i miei amici del piano di sopra, mi lasciarono un pacco, era molto soffice sicuramente poteva trattarsi di una stoffa. Fu così, era la divisa ufficiale del Galatasaray con tanto di firma di Hasan Sas. Strizzai gli occhi, realizzai una volta per  tutte che non poteva essere un caso quando arrivarono quelli della facoltà con in mano un set di coltelli shogun che mi consegnarono prontamente. Adesso mancava solo lei, il campanello suonò, lei entrò, era fantastica credevo a stento che quella notte sarebbe stata da ricordare per una vita intera, ormai ero sotto la cecità dell'estasi mistica la presi con un braccio e la feci mia baciandola sulle labbra. Lei in tutta risposta, si divincolò prese un bicchiere di spumante dal tavolo e me lo svuotò in faccia per poi andarsene lasciando il regalo ancora incartato appoggiato sul divanetto. Qualcosa non quadrava. Per curiosità scartai il pacco e notai, con una sensazione a metà tra lo sdegno e la contentezza, che al suo interno c'era una fisarmonica originale del grande Roberto Giraldi. Il mago Vendis aveva dunque avuto ragione, e tutto era andato come previsto. Un lavoro niente male credo che prima o poi ci tornerò.

Guida interurbana per pedoni



Il fatto è che quando piove a Roma, soprattutto d’inverno, non si capisce una mazza. Se in una giornata normale il cittadino medio prende l’automobile anche per andare alla riunione condominiale che si tiene sul proprio pianerottolo di casa, quando piove, la prende anche per andare in bagno. Sia chiaro, rigorosamente da solo, perchè se anche la moglie volesse usufruire della tazza più famosa del mondo, deve prendere l’automobile anche lei. Risultato? Clacson, file interminabili di veicoli, sirene accese, paludi, bestemmie, ansiolitici e via dicendo. Qualcuno che è stato all’inferno mi ha detto che non è poi così tanto diverso in fondo. Provate a stare, e non sedere, perchè il posto non lo troverete mai, su un autobus di linea che deve semplicemente percorrere il tratto Tiburtina-Casalbertone, un paio di chilometri per esser chiari; potreste sentirvi come una fetta di prosciutto sottovuoto il che non è bello, soprattutto quando le altre fette hanno spessissimi strati di grasso in esubero. Tra gli sguardi dei passeggeri potete tranquillamente scorgere le più classiche figure professionali: anima in pena, ubriacone dormiente, donna con passeggino, che fa sempre da ottima scenografia, pseudo altruista che cede il posto ma che in cuor suo sa di essersene pentito amaramente e fa sempre la sua porca figura, ed infine lo sgomitatore, quello non manca mai. Anime dannate insomma, che come legge del contrappasso, devono percorre due piccolissimi chilometri in quarantott’ore in condizioni al limite della pietà. Fortunatamente io non sono ancora così cattivo da meritare tutto ciò, posso ancora usufruire di libero arbitrio per cui quando c’è l’acquazzone, preferisco di gran lunga gestire personalmente il tragitto facendomela a piedi con tanto di ombrello sgarrupato alla mano. Ma anche in questo caso non è che siamo del tutto salvi, anzi la via della redenzione sembra ancora un’ isola lontana. Se avete covato dentro di voi uno spirito ninja degno del miglior Jiraya di turno, possiamo tranquillamente affermare che la cosa si può fare o quanto meno tentare. Infatti dovreste essere in grado di: resistere ai vaffa fotonici degli automobilisti mentre attraversate la strada, scavalcare le paludi di Gondor, ovvero quelle immense pozzanghere che spuntano con la rapidità dei funghi su ogni possibile marciapiede, divincolarvi dai gavettoni dei veicoli che vi passano di fianco mentre voi siete sul bordo del marciapiede per non affogare nelle paludi, eludere la marcatura, con dribbling alla Ronaldo dei bei tempi, di quei poveracci dei venditori ambulanti che cercano di appiopparvi un’ ombrello a cinque euro fingendo di non vedere che ne avete già uno in mano, ed infine contrastare qualsiasi tentativo da parte di altri appiedati, di rubarvi quelle minuscole porzioni di spazio dove appoggiare il piede senza che la scarpa si trasformi all’occorrenza in piscina comunale priva di optional. Tutto questo mentre avete una mano in tasca, l’altra congelata perchè deve reggere l’ombrello, il respiro affannoso, il naso gocciolante, e magari, ma questo solo per i professionisti della camminata, le cuffie di un lettore mp3 con la vostra musica preferita sparata nelle vostre orecchie a volume rave. Ma la ciliegina sulla torta resta sicuramente il cellulare che squilla e vibra nelle vostre tasche, proprio mentre state utilizzando delle liane per passare dall’altro lato della strada senza che ci lasciate le penne. Ma c’è una cosa da dire, che quando tornate a casa, e fidatevi, prima o poi dovreste riuscirci, la vostra vittoria ha tutt’un altro sapore e siete così carichi di energie per mettervi a letto e pensare che forse avreste fatto meglio a prendere l’autobus.

Una donna con gli attributi


Mangiauomini è il soprannome che mi hanno affibbiato quei simpaticoni dei miei colleghi dell’istituto d’informatica, non hanno tutti i torti dal momento che la mia vita sentimentale sembra essere più ingarbugliata di un labirinto, ciò non toglie che loro, i miei colleghi, restino degli sfigati bavosi che non hanno abbastanza fegato per portarmi a letto. Il mio matrimonio è stato un perfetto fallimento, così perfetto da sembrare un piano abilmente orchestrato da un genio del crimine. Tempo perso. Avrei preferito dedicarmi ancor maggiormente al mio lavoro ed alla cura del mio corpo, se avessi fatto questo adesso i miei quarantaquattro anni, che sembrano trentaquattro, sarebbero sembrati al massimo trenta. La storia non è cambiata con Giovanni, è il mio fidanzato da poco meno di un mese e già lo cornifico con Alfonso, un mio alunno di ventisei anni. Mangiauomini me lo merito sul serio. Molto meglio Alfonso, molto meglio di chiunque altro, se non fosse che ha la capacità di apprendimento di un primate. Tra poco dovrebbe venire qui al Bruno’s Bar. Adoro questo posto, soprattutto perchè appena entro, Bruno sa già che dovrà mettere il disco di Etta James “At Last”, mi rilassa.
Eccolo che arriva:
- Ciao Susie!
- Il tuo tentativo di portarmi all’acquario la scorsa volta è stato pietoso.
- Anch’io ti amo Susie. Ciao Bru! Che cosa sta bevendo la signora?
Tutto il personale del locale è vestito da pantegana, tranne Bruno che è vestito da telegatto e dà un colpo di straccio al bancone prima di rispondere ad Alfonso:
- Dell’ottimo Sauvignon di Rondover!
- Ma una volta tanto non puoi vestirti in modo normale?
- No. Mi serve per ricordare ai miei uomini chi porta i pantaloni qui dentro.
Io resto zitta ad osservare la scena finchè Alfonso decide di ritornare su di me:
- Cosa fai mi sbagli la scelta del vino?
- Cosa?
- Una donna come te dovrebbe sapere che il Sauvignon si accompagna al pesce marinato, all’astice e all’aragosta. Tu invece te lo stai trangugiando con le Cicci Polenta.
- Fottiti.
- Sono la tua dannazione.
- Odio gli uomini dannati.
- E io le donne d’annata, ma per sta volta farò un’eccezione.
- Sta zitto e baciami idiota!

La sventra goblinoidi.


Michele, 37 anni, programmatore, lo vedi seduto di fronte al pc e, con una mano, la sinistra, spazia sulla tastiera mentre con la destra domina il mouse come se fosse la briglia di un cavallo. Sulla panza la maglietta con il logo degli Iron Maiden si tiene ben stretta e il ketchup che scende spalmandosi su di essa rimembra la lava di Dante's Inferno. La barba lunga, maltenuta ,ospita nei suoi meandri cianfrusaglie al formaggio che quando le mangi se non ti lecchi le dita godi fino a metà. La porta della stanza è ovviamente chiusa e gli orchi stanno per attaccare.
- Fatevi sotto figli di puttana! Assagerete la mia sventra-goblinoidi +5 santificata con  lacrime d'angelo, i vostri inutili stuzzicadenti s'infrangeranno sulla mia armatura borchiata e a scaglie di drago d'argento che mi conferisce un +4 ai tiri salvezza contro paura, sonno, charme, e via dicendo, insomma tutte quelle minchiate che i vostri stupidi shamani potrebbero scagliare contro il sottoscritto, ovvero Lord Magnus vicecapo della legione templare, terzo capit...
Ad un certo punto la madre bussa alla porta ed entra:
-Michele ti faccio un panino?
La reazione del ragazzone non è delle piu esteticamente piacevoli. Il viso rotondo si fa così rosso da sembrare un Super Santos e la sedia con le rotelline fa una manovra quasi da curva a gomito nel rally di Montecarlo, tutto questo ovviamente non prima che abbia schiacciato la barra spaziatrice per mettere in pause il gioco.
-Femmina insulsa e spregievole! Non c'è nessun Michele  qui ma Lord Magnus! Vicecapo della legione templare, terzo capitolo ai servigi dell'imperatore, sua altezza! Ed ora che ho finalmente acquisito il talismano dei Tauren che mi conferisce +4 al carisma faresti bene a prostrarti ai miei piedi! Oppure abbandonare immediatamente questo luogo sacro che stai profanando con la tua oscura presenza!
La madre che sul viso ha l'espressione di Sandra Milo quando cercava Ciro, vedere su Youtube Sandra milo: Ciro per credere, se ne ritorna in cucina facendosi il segno della croce ad intervalli ripetuti. Intanto si sta vestendo Michele, è clamorosamente uscito dal gioco, guarda nervosamente l'orologio sul polso, bofonchiando in aramaico antico bestemmie a causa del suo ritardo. In fretta sta indossando un abito elegantissimo costituito da completo blu con tanto di camicia, giacca e cravatta. Allaccia ben bene la cinta, chiude tutti i bottoni della camicia, continua a bestemmiare in lingue dimenticate. Corre verso il bagno, è goffo anche perchè ancora non ha le scarpe ai piedi e sul corridoio è appena stata data la cera. Altre bestemmie. Giunge dinnanzi allo specchio del bagno, toglie gli occhiali passa un pettine sui quei pochi capelli rimasti, si lava i denti in uno virgola trentasei secondi, quindi si spruzza un profumo iper aggressivo. Riguarda l'orologio, altra bestemmia con tanto di movimento plateale verso gli altissimi, ritorna in camera ripassando per la cera a piedi nudi e quindi ribestemmiando. Si siede sul letto si infila le scarpe, un 'imitazione ancor piu pacchiana delle prada modello pacchiano, le allaccia, riguarda l'orologio, fa un sospiro. Si alza.
- Forse ce l'ho fatta, sarò bellissimo.
Torna difronte al pc si siede, digita account e password del suo avatar su second life ed entra. Si tratta di Will Jackson, pluri stimato ammiraglio della marina statunitense pluri premiato, pluri decorato, pluri chiacchierato, pluri invidiato, alto, muscoloso, col fascino di Brad Pitt e Angelina Jolie. Adesso Michele è Will Jackson, esce di casa raggiunge la sua Viper rosso fiammante e sguscia via. Lascia la macchina proprio ai piedi del cancello di una grandissima villa con tanto di giardino addobbato, non deve mostrare neanche l'invito che subito lo fanno passare. Tavolate imbandite, belle ragazze, luci e musica.
-Ah che goduria! A furia di sventrare goblinoidi stavo per perdermi i veri piaceri della vita.