mercoledì 23 febbraio 2011

Il mago Vendis

Eravamo io e Jimmy, dopo un paio di drink in un pessimo wine bar per studenti erasmus a campo dei fiori, decidemmo che la nostra vita poteva avere risvolti più interessanti di quanto non ne avesse già avuti. L'uomo addetto alla security non esitò ad accompagnarci all'uscita nonappena si rese conto che i nostri idiomi non erano proprio quelli tipici del Connecticut bensì quelli del meridione, ma non Texas o Lousiana, proprio Ragusa e Campobasso.
-Hey ammasso di peli, cosa credi che siamo venuti qui per corteggiare le tue americanotte bigotte e pienotte?
L'uomo della security non si fece attendere.
-Seeee! Vi servirebbe un mago per riuscirci con queste!
Bingo! Un mago era proprio quello che ci voleva per rendere la nostra serata degna di nota. Avevamo sentito in giro che a piazza Navona c'era un cartomante di nome Vendis. Si era reso famoso per le storie sui suoi superpoteri, che andava raccontando a destra e a manca e sembrava quasi che ci credesse sul serio, ma non eravamo al corrente del fatto che non fosse in grado di concludere un periodo senza dire "no?" insomma che fosse l'ennesima vittima sacrificale di una  nevrosi. Da Campo dei Fiori a piazza Navona il passo è breve, così decidemmo di recarci al suo studio o casa, o quello che volete. Citofonammo e lui rispose.
-Chi è? No?
-Hemm...no, non sono no, mi chiamo Jan e sono qui per una consulenza. Sono col mio amico Ji...
-Salite pure, terzo piano no?
-Quindi non è il terzo piano?
-Si,no?
-Va bene, ce la facciamo a piedi troveremo la targhetta sul campanello prima o poi.
Per le scale si sentivano strani odori, a volte incenso a volte marjuana a volte semplicemente qualcosa di disgustosamente irriconoscibile e sentivamo tranquillamente gli sbotti del dentista che aveva il suo studio medico di fronte a quello di Vendis.
-Quell'imbecille sta ancora facendo le sue porcate! Adesso vado di là, sfondo la porta a calci e poi gli pianto il trapano lì dove non batte il sole...
E via dicendo.
Arrivammo finalmente sul pianerottolo e puggiammo sul campanello, una versione midi del motivetto dell'ispettore Gadget ci preannunciò a lui che venne ad aprirci alla porta. Era vestito come uno stregone di Dungeons and Dragons, non ci mancava quasi niente, ho detto quasi perchè ai piedi portava un paio di espradillas rosa con ornamenti molto chic, ma a causa dell'usura di queste, gli ornamenti da chic erano diventati shock. Scioccati, entrammo e subito non potemmo fare a meno di notare una denuncia di un'agenzia di doppiaggio ai suoi danni per i reati di "oltraggio verso la professione" e "screditamento della stessa". Ecco insomma, non ho mai sentito parlare di imputazioni simili nella mia vita, di fatto quando io e Jimmy finimmo di guardare quel foglio tranquillamente aperto sul tavolino dell'entrata rimanemmo sbalorditi "ma veramente questo qui voleva fare il  doppiatore?" Non lo dicemmo ma lo pensammo entrambi.
-Venite nel mio studio, accomodatevi no?
-Hemm..a questo punto si.
-In cosa posso esservi utile no?
-Ecco signor mago, oggi è il mio compleanno, e siccome voglio sorprendere i miei amici, voglio che lei mi dica quali regali mi faranno, già mi vedo le facce degli invitati che mi danno il pacco e io prima di aprirlo dico cosa c'è dentro..
-Quanti anni compie quest'oggi signor Jan no?
-Non mi chiamo Janno e anche se non si direbbe ne faccio 27.
-Un acquario dell'84 dunque. Vediamo subito.
Io e Jimmy eravamo seduti di fronte a Vendis e a dividerci da lui c'era solo un tavolo esagonale. Dalla sua prese un mazzo di carte che non mischiò, lo appoggiò sul tavolo quindi si chinò per prendere qualcosa sotto il tavolo, si trattava di un bong, uno di quei tubi con il braciere dal quale puoi fumare la marijuana. Se lo accese con uno zippo, tirò tutto d'un fiato e poi sputò via una fiammata di fumo che non solo ci investì ma soprattutto rivestì quella stanza di uno scenario fluttuante e nebuloso. Un modo originale per far diventare una normale stanza un mondo ultraterreno. Iniziò a mischiare le carte, fuori incominciò a piovere a dirotto mentre tuoni e saette facevano da inebriante colonna sonora.
-Il mendicante! No!?
Esclamò.
-I tuoi amici del piano di sopra ti regaleranno il completo del galatasary ufficiale con tanto di firma di Hasan Sas.
Noi eravamo quasi spaventati perchè lui, Vendis, parola dopo parola aumentava il volume della voce, pian piano iniziava a sudare e si faceva sempre più paonazzo.
-Il tapirulan! No!?
-I tuoi compagni della facoltà di lingue orientali ti regaleranno un set di coltelli Shogun!
Stava quasi per subire una metamorfosi, il rosso stava per diventare viola e non emetteva ormai solo parole a volume spropositato ma sputacchiava anche come un lama. Girò la terza carta.
-La bomba carta! No!?
-E poi c'è lei che ti regalerà...ti regalerà....
Indemoniato urlava sempre di più, le pupille ormai erano andate a farsi benedire e si vedevano solo le sclere.
-Lei ti regalerà la Fi..!!!!
Si interruppe lì, tanto che andò in combustione, era diventato completamente nero come se si fosse carbonizzato poi stramazzò con la faccia sul tavolo senza dire nulla. Cercammo di farlo riprendere con qualche schiaffetto ma non vi fù reazione alcuna. A quel punto io e Jimmy ritenemmo che era parte della farsa e volemmo testarlo facendo finta di andarcene e non pagare la prestazione. Ci alzammo, uscimmo dalla stanza e lui niente, allorchè decidemmo di darcela a gambe, impostore o no, a noi era sembrata tutta una boiata. Tornai a casa e le parole del mago Vendis in qualche modo mi elettrizzarono, nonostante non ci credevo, mi cheidevo come potesse sapere del mio corso di lingue orientali, e della mia devozione per il Galatasaray. Ci riflettei a lungo perchè nell'enfasi della seduta non ci stavo capendo un fico secco, sarà stato che avevo respirato il fumo passivo uscito dalla bocca di Vendis, chi lo sà. Di fatto mi allarmai alla possibilità che lui poteva avere effettivamente ragione e decisi di prepararmi a puntino sperando in cuor mio che il terzo regalo potesse essere sul serio quello da lui pronosticato. La festa iniziò e tra cotiche e champagne io ero bello come non lo ero stato mai, arrivarono i miei amici del piano di sopra, mi lasciarono un pacco, era molto soffice sicuramente poteva trattarsi di una stoffa. Fu così, era la divisa ufficiale del Galatasaray con tanto di firma di Hasan Sas. Strizzai gli occhi, realizzai una volta per  tutte che non poteva essere un caso quando arrivarono quelli della facoltà con in mano un set di coltelli shogun che mi consegnarono prontamente. Adesso mancava solo lei, il campanello suonò, lei entrò, era fantastica credevo a stento che quella notte sarebbe stata da ricordare per una vita intera, ormai ero sotto la cecità dell'estasi mistica la presi con un braccio e la feci mia baciandola sulle labbra. Lei in tutta risposta, si divincolò prese un bicchiere di spumante dal tavolo e me lo svuotò in faccia per poi andarsene lasciando il regalo ancora incartato appoggiato sul divanetto. Qualcosa non quadrava. Per curiosità scartai il pacco e notai, con una sensazione a metà tra lo sdegno e la contentezza, che al suo interno c'era una fisarmonica originale del grande Roberto Giraldi. Il mago Vendis aveva dunque avuto ragione, e tutto era andato come previsto. Un lavoro niente male credo che prima o poi ci tornerò.

Guida interurbana per pedoni



Il fatto è che quando piove a Roma, soprattutto d’inverno, non si capisce una mazza. Se in una giornata normale il cittadino medio prende l’automobile anche per andare alla riunione condominiale che si tiene sul proprio pianerottolo di casa, quando piove, la prende anche per andare in bagno. Sia chiaro, rigorosamente da solo, perchè se anche la moglie volesse usufruire della tazza più famosa del mondo, deve prendere l’automobile anche lei. Risultato? Clacson, file interminabili di veicoli, sirene accese, paludi, bestemmie, ansiolitici e via dicendo. Qualcuno che è stato all’inferno mi ha detto che non è poi così tanto diverso in fondo. Provate a stare, e non sedere, perchè il posto non lo troverete mai, su un autobus di linea che deve semplicemente percorrere il tratto Tiburtina-Casalbertone, un paio di chilometri per esser chiari; potreste sentirvi come una fetta di prosciutto sottovuoto il che non è bello, soprattutto quando le altre fette hanno spessissimi strati di grasso in esubero. Tra gli sguardi dei passeggeri potete tranquillamente scorgere le più classiche figure professionali: anima in pena, ubriacone dormiente, donna con passeggino, che fa sempre da ottima scenografia, pseudo altruista che cede il posto ma che in cuor suo sa di essersene pentito amaramente e fa sempre la sua porca figura, ed infine lo sgomitatore, quello non manca mai. Anime dannate insomma, che come legge del contrappasso, devono percorre due piccolissimi chilometri in quarantott’ore in condizioni al limite della pietà. Fortunatamente io non sono ancora così cattivo da meritare tutto ciò, posso ancora usufruire di libero arbitrio per cui quando c’è l’acquazzone, preferisco di gran lunga gestire personalmente il tragitto facendomela a piedi con tanto di ombrello sgarrupato alla mano. Ma anche in questo caso non è che siamo del tutto salvi, anzi la via della redenzione sembra ancora un’ isola lontana. Se avete covato dentro di voi uno spirito ninja degno del miglior Jiraya di turno, possiamo tranquillamente affermare che la cosa si può fare o quanto meno tentare. Infatti dovreste essere in grado di: resistere ai vaffa fotonici degli automobilisti mentre attraversate la strada, scavalcare le paludi di Gondor, ovvero quelle immense pozzanghere che spuntano con la rapidità dei funghi su ogni possibile marciapiede, divincolarvi dai gavettoni dei veicoli che vi passano di fianco mentre voi siete sul bordo del marciapiede per non affogare nelle paludi, eludere la marcatura, con dribbling alla Ronaldo dei bei tempi, di quei poveracci dei venditori ambulanti che cercano di appiopparvi un’ ombrello a cinque euro fingendo di non vedere che ne avete già uno in mano, ed infine contrastare qualsiasi tentativo da parte di altri appiedati, di rubarvi quelle minuscole porzioni di spazio dove appoggiare il piede senza che la scarpa si trasformi all’occorrenza in piscina comunale priva di optional. Tutto questo mentre avete una mano in tasca, l’altra congelata perchè deve reggere l’ombrello, il respiro affannoso, il naso gocciolante, e magari, ma questo solo per i professionisti della camminata, le cuffie di un lettore mp3 con la vostra musica preferita sparata nelle vostre orecchie a volume rave. Ma la ciliegina sulla torta resta sicuramente il cellulare che squilla e vibra nelle vostre tasche, proprio mentre state utilizzando delle liane per passare dall’altro lato della strada senza che ci lasciate le penne. Ma c’è una cosa da dire, che quando tornate a casa, e fidatevi, prima o poi dovreste riuscirci, la vostra vittoria ha tutt’un altro sapore e siete così carichi di energie per mettervi a letto e pensare che forse avreste fatto meglio a prendere l’autobus.

Una donna con gli attributi


Mangiauomini è il soprannome che mi hanno affibbiato quei simpaticoni dei miei colleghi dell’istituto d’informatica, non hanno tutti i torti dal momento che la mia vita sentimentale sembra essere più ingarbugliata di un labirinto, ciò non toglie che loro, i miei colleghi, restino degli sfigati bavosi che non hanno abbastanza fegato per portarmi a letto. Il mio matrimonio è stato un perfetto fallimento, così perfetto da sembrare un piano abilmente orchestrato da un genio del crimine. Tempo perso. Avrei preferito dedicarmi ancor maggiormente al mio lavoro ed alla cura del mio corpo, se avessi fatto questo adesso i miei quarantaquattro anni, che sembrano trentaquattro, sarebbero sembrati al massimo trenta. La storia non è cambiata con Giovanni, è il mio fidanzato da poco meno di un mese e già lo cornifico con Alfonso, un mio alunno di ventisei anni. Mangiauomini me lo merito sul serio. Molto meglio Alfonso, molto meglio di chiunque altro, se non fosse che ha la capacità di apprendimento di un primate. Tra poco dovrebbe venire qui al Bruno’s Bar. Adoro questo posto, soprattutto perchè appena entro, Bruno sa già che dovrà mettere il disco di Etta James “At Last”, mi rilassa.
Eccolo che arriva:
- Ciao Susie!
- Il tuo tentativo di portarmi all’acquario la scorsa volta è stato pietoso.
- Anch’io ti amo Susie. Ciao Bru! Che cosa sta bevendo la signora?
Tutto il personale del locale è vestito da pantegana, tranne Bruno che è vestito da telegatto e dà un colpo di straccio al bancone prima di rispondere ad Alfonso:
- Dell’ottimo Sauvignon di Rondover!
- Ma una volta tanto non puoi vestirti in modo normale?
- No. Mi serve per ricordare ai miei uomini chi porta i pantaloni qui dentro.
Io resto zitta ad osservare la scena finchè Alfonso decide di ritornare su di me:
- Cosa fai mi sbagli la scelta del vino?
- Cosa?
- Una donna come te dovrebbe sapere che il Sauvignon si accompagna al pesce marinato, all’astice e all’aragosta. Tu invece te lo stai trangugiando con le Cicci Polenta.
- Fottiti.
- Sono la tua dannazione.
- Odio gli uomini dannati.
- E io le donne d’annata, ma per sta volta farò un’eccezione.
- Sta zitto e baciami idiota!

La sventra goblinoidi.


Michele, 37 anni, programmatore, lo vedi seduto di fronte al pc e, con una mano, la sinistra, spazia sulla tastiera mentre con la destra domina il mouse come se fosse la briglia di un cavallo. Sulla panza la maglietta con il logo degli Iron Maiden si tiene ben stretta e il ketchup che scende spalmandosi su di essa rimembra la lava di Dante's Inferno. La barba lunga, maltenuta ,ospita nei suoi meandri cianfrusaglie al formaggio che quando le mangi se non ti lecchi le dita godi fino a metà. La porta della stanza è ovviamente chiusa e gli orchi stanno per attaccare.
- Fatevi sotto figli di puttana! Assagerete la mia sventra-goblinoidi +5 santificata con  lacrime d'angelo, i vostri inutili stuzzicadenti s'infrangeranno sulla mia armatura borchiata e a scaglie di drago d'argento che mi conferisce un +4 ai tiri salvezza contro paura, sonno, charme, e via dicendo, insomma tutte quelle minchiate che i vostri stupidi shamani potrebbero scagliare contro il sottoscritto, ovvero Lord Magnus vicecapo della legione templare, terzo capit...
Ad un certo punto la madre bussa alla porta ed entra:
-Michele ti faccio un panino?
La reazione del ragazzone non è delle piu esteticamente piacevoli. Il viso rotondo si fa così rosso da sembrare un Super Santos e la sedia con le rotelline fa una manovra quasi da curva a gomito nel rally di Montecarlo, tutto questo ovviamente non prima che abbia schiacciato la barra spaziatrice per mettere in pause il gioco.
-Femmina insulsa e spregievole! Non c'è nessun Michele  qui ma Lord Magnus! Vicecapo della legione templare, terzo capitolo ai servigi dell'imperatore, sua altezza! Ed ora che ho finalmente acquisito il talismano dei Tauren che mi conferisce +4 al carisma faresti bene a prostrarti ai miei piedi! Oppure abbandonare immediatamente questo luogo sacro che stai profanando con la tua oscura presenza!
La madre che sul viso ha l'espressione di Sandra Milo quando cercava Ciro, vedere su Youtube Sandra milo: Ciro per credere, se ne ritorna in cucina facendosi il segno della croce ad intervalli ripetuti. Intanto si sta vestendo Michele, è clamorosamente uscito dal gioco, guarda nervosamente l'orologio sul polso, bofonchiando in aramaico antico bestemmie a causa del suo ritardo. In fretta sta indossando un abito elegantissimo costituito da completo blu con tanto di camicia, giacca e cravatta. Allaccia ben bene la cinta, chiude tutti i bottoni della camicia, continua a bestemmiare in lingue dimenticate. Corre verso il bagno, è goffo anche perchè ancora non ha le scarpe ai piedi e sul corridoio è appena stata data la cera. Altre bestemmie. Giunge dinnanzi allo specchio del bagno, toglie gli occhiali passa un pettine sui quei pochi capelli rimasti, si lava i denti in uno virgola trentasei secondi, quindi si spruzza un profumo iper aggressivo. Riguarda l'orologio, altra bestemmia con tanto di movimento plateale verso gli altissimi, ritorna in camera ripassando per la cera a piedi nudi e quindi ribestemmiando. Si siede sul letto si infila le scarpe, un 'imitazione ancor piu pacchiana delle prada modello pacchiano, le allaccia, riguarda l'orologio, fa un sospiro. Si alza.
- Forse ce l'ho fatta, sarò bellissimo.
Torna difronte al pc si siede, digita account e password del suo avatar su second life ed entra. Si tratta di Will Jackson, pluri stimato ammiraglio della marina statunitense pluri premiato, pluri decorato, pluri chiacchierato, pluri invidiato, alto, muscoloso, col fascino di Brad Pitt e Angelina Jolie. Adesso Michele è Will Jackson, esce di casa raggiunge la sua Viper rosso fiammante e sguscia via. Lascia la macchina proprio ai piedi del cancello di una grandissima villa con tanto di giardino addobbato, non deve mostrare neanche l'invito che subito lo fanno passare. Tavolate imbandite, belle ragazze, luci e musica.
-Ah che goduria! A furia di sventrare goblinoidi stavo per perdermi i veri piaceri della vita.