mercoledì 23 febbraio 2011

Guida interurbana per pedoni



Il fatto è che quando piove a Roma, soprattutto d’inverno, non si capisce una mazza. Se in una giornata normale il cittadino medio prende l’automobile anche per andare alla riunione condominiale che si tiene sul proprio pianerottolo di casa, quando piove, la prende anche per andare in bagno. Sia chiaro, rigorosamente da solo, perchè se anche la moglie volesse usufruire della tazza più famosa del mondo, deve prendere l’automobile anche lei. Risultato? Clacson, file interminabili di veicoli, sirene accese, paludi, bestemmie, ansiolitici e via dicendo. Qualcuno che è stato all’inferno mi ha detto che non è poi così tanto diverso in fondo. Provate a stare, e non sedere, perchè il posto non lo troverete mai, su un autobus di linea che deve semplicemente percorrere il tratto Tiburtina-Casalbertone, un paio di chilometri per esser chiari; potreste sentirvi come una fetta di prosciutto sottovuoto il che non è bello, soprattutto quando le altre fette hanno spessissimi strati di grasso in esubero. Tra gli sguardi dei passeggeri potete tranquillamente scorgere le più classiche figure professionali: anima in pena, ubriacone dormiente, donna con passeggino, che fa sempre da ottima scenografia, pseudo altruista che cede il posto ma che in cuor suo sa di essersene pentito amaramente e fa sempre la sua porca figura, ed infine lo sgomitatore, quello non manca mai. Anime dannate insomma, che come legge del contrappasso, devono percorre due piccolissimi chilometri in quarantott’ore in condizioni al limite della pietà. Fortunatamente io non sono ancora così cattivo da meritare tutto ciò, posso ancora usufruire di libero arbitrio per cui quando c’è l’acquazzone, preferisco di gran lunga gestire personalmente il tragitto facendomela a piedi con tanto di ombrello sgarrupato alla mano. Ma anche in questo caso non è che siamo del tutto salvi, anzi la via della redenzione sembra ancora un’ isola lontana. Se avete covato dentro di voi uno spirito ninja degno del miglior Jiraya di turno, possiamo tranquillamente affermare che la cosa si può fare o quanto meno tentare. Infatti dovreste essere in grado di: resistere ai vaffa fotonici degli automobilisti mentre attraversate la strada, scavalcare le paludi di Gondor, ovvero quelle immense pozzanghere che spuntano con la rapidità dei funghi su ogni possibile marciapiede, divincolarvi dai gavettoni dei veicoli che vi passano di fianco mentre voi siete sul bordo del marciapiede per non affogare nelle paludi, eludere la marcatura, con dribbling alla Ronaldo dei bei tempi, di quei poveracci dei venditori ambulanti che cercano di appiopparvi un’ ombrello a cinque euro fingendo di non vedere che ne avete già uno in mano, ed infine contrastare qualsiasi tentativo da parte di altri appiedati, di rubarvi quelle minuscole porzioni di spazio dove appoggiare il piede senza che la scarpa si trasformi all’occorrenza in piscina comunale priva di optional. Tutto questo mentre avete una mano in tasca, l’altra congelata perchè deve reggere l’ombrello, il respiro affannoso, il naso gocciolante, e magari, ma questo solo per i professionisti della camminata, le cuffie di un lettore mp3 con la vostra musica preferita sparata nelle vostre orecchie a volume rave. Ma la ciliegina sulla torta resta sicuramente il cellulare che squilla e vibra nelle vostre tasche, proprio mentre state utilizzando delle liane per passare dall’altro lato della strada senza che ci lasciate le penne. Ma c’è una cosa da dire, che quando tornate a casa, e fidatevi, prima o poi dovreste riuscirci, la vostra vittoria ha tutt’un altro sapore e siete così carichi di energie per mettervi a letto e pensare che forse avreste fatto meglio a prendere l’autobus.

7 commenti:

  1. geniale nei dettagli!
    il mio preferito...
    è incredibile come mi sono sentito coinvolto su quell' autobus!

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  2. spero solo non ti sia sentito l'ubriacone dormiente...

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  3. io mi son sentito l'uomo che lascia disgraziatamente il posto... alla finta vecchietta aggiungerei! Lei ci seppellirà tutti!
    Bel pezzo davvero!

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  4. Brutta gente circola su sti autobus. Si racconta di una volta che una (finta) vecchietta intravvide tre oscuri ceffi che passavano il tempo parlottando di Philip Dick, gioventù bruciata, pensò leggendo chi :D
    Bel racconto!

    P.s. Ma che è suor golosa?

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  5. e se torni a casa e trovi pier che ti dice : "te lo avevo detto di prendere l'autobus...."

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